Strutture - FAQ
La presenza di una doppia tessitura degli elementi in legno non può essere ritenuta condizione sufficiente, ma bisogna effettuare un’apposita verifica che confermi l’ipotesi di infinita rigidezza dell’impalcato.
Bisogna valutare la deformazione relativa fra i nodi presenti sul solaio, studiato con l’ipotesi di impalcato deformabile. Se tale spostamento risulta essere di entità pressoché trascurabile, allora l’ipotesi di implacato rigido può essere considerata valida. Per ottenere il suddetto obbiettivo è spesso necessario prevedere una cerchiatura di irrigidimento attorno all’apertura.
Le N.TC. 2008 recita testualmente. “Travi o piastre di piano possono essere assimilate a elementi di collegamento se realizzate ad una distanza minore o uguale a 1 m dall’intradosso degli elementi di fondazione superficiali o dalla testa dei pali.”, invece la revisione delle norme dice:”Travi o piastre di piano e travi porta pannello possono essere assimilate a elementi di collegamento solo se realizzate ad una distanza ≤ 1,00 m dall’estradosso delle fondazioni dirette o del plinto di collegamento dei pali.”
La copertura a falde inclinate, qualunque sia la tipologia di orizzontamento (soletta in c.a., tetto in legno, ecc..) va sempre considerata come impalcato deformabile, dato che comunque l’ipotesi di impalcato rigido è valida soltanto quando sono nulle le componenti orizzontali degli spostamenti relativi, quindi mai nel caso di impalcati inclinati.
La duttilità di un materiale, di un elemento strutturale o di un fabbricato, rappresenta la capacità di sconfinamento in campo plastico della deformazione.
In generale questa non è una buona modellazione, dato che comunque la tamponature non hanno un comportamento indefinitamente elastico. Sarebbe più corretto modellarle come elementi a comportamento elasto-plastico, più o meno fragile.
Relativamente ai piani interrati nel caso di strutture scatolari con pareti perimetrali queste sono da considerarsi come prevede l’eurocodice 8 ‘basamenti’ ed assimilati a fondazioni per cui vanno modellati come elementi elastici.
Il fattore di struttura sarà quindi quella della parte fuori terra in cui verrà localizzato il meccanismo dissipativo.
Si tratta di strutture nelle quali almeno il 50% della massa è localizzata nel terzo superiore dell’altezza della costruzione. Un esempio tipico è il serbatoio d’acqua in elevazione (Vedi immagine).
I solai potranno essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano, a condizione che le aperture presenti non ne riducano significativamente la rigidezza, se sono realizzati in c.a., oppure in latero-cemento con soletta in c.a. di almeno 40 mm di spessore o in struttura mista con soletta in c.a. di almeno 50 mm di spessore, collegata da connettori a taglio opportunamente dimensionati agli elementi strutturali di solaio in acciaio e legno. Nel caso di altre soluzioni costruttive, l’ipotesi di infinita rigidezza dovrà essere valutata e giustificata dal progettista.