Edifici esistenti - FAQ
L’adeguamento sismico riguarda sia la verifica dei meccanismi fragili dei singoli elementi (taglio, nodi etc), che la capacità in spostamento nel suo insieme. Quindi sia che si proceda con analisi lineari che non lineari l’adeguamento impone l’eliminazione dei meccanismi fragili e quindi il loro adeguamento in termini di resistenza.
Per le verifiche sugli edifici esistenti, bisogna innanzitutto controllare che siano soddisfatte tutte le verifiche degli elementi strutturali per condizioni statiche (senza sisma). Dopodiché, nella verifica pushover, tutti gli elementi vanno verificati sia per i meccanismi duttili (le verifiche sono in termini di deformazione), che per quelli fragili (le verifiche sono in termini di forze), ed il risultato della pushover dipende da questi. Non è però necessario che siano soddisfatte le verifiche di tutti i singoli elementi strutturali, bensì l’esito dell’analisi globale, in termini di rapporto capacità/domanda.
Nella verifica di edifici esistenti con analisi lineare, gli elementi strutturali vanno impostati come secondari (esclusi dalla gerarchia delle resistenze), dato che per tali strutture non si devono rispettare i requisiti di gerarchie di resistenza fra taglio e flessione e fra trave e pilastro. Il fattore di struttura per i meccanismi duttili è fissato dall'utente nell'input (in generale valori compresi fra 1.5 e 3.0), mentre per i meccanismi fragili il programma forza in automatico 1.5 (anche se per la flessione è stato inserito un valore più alto). Nell'ipotesi in cui l'utente abbia fissato un valore del fattore di struttura per la flessione minore di 1.5 (valori compresi fra 1.0 e 1.5) questo valore è assunto anche per i meccanismi fragili.
Le formule vengono usate entrambe. Per edifici nuovi il nodo va verificato solo in classe di duttilità alta (CD “A”), ma in ogni caso ci sono i minimi da rispettare anche in classe bassa (CD “B”).
Nel caso di analisi non lineare per lo studio di edifici esistenti, dato che non si tratta di progetto ma di verifica, i nodi devono essere verificati sempre ed in ogni caso.
La Circolare del 2 febbraio 2009 cita testualmente quanto segue:
C8A.5.11 INTERVENTI IN FONDAZIONE
Le informazioni ricavabili dalla storia della costruzione devono essere tenute nel dovuto conto ai fini della scelta degli interventi sulle fondazioni. È in genere possibile omettere interventi sulle strutture di fondazione, nonché le relative verifiche, qualora siano contemporaneamente presenti tutte le condizioni seguenti:
x) nella costruzione non siano presenti importanti dissesti di qualsiasi natura attribuibili a cedimenti delle fondazioni e sia stato accertato che dissesti della stessa natura non si siano prodotti neppure in precedenza;
y) gli interventi progettati non comportino sostanziali alterazioni dello schema strutturale del fabbricato;
z) gli stessi interventi non comportino rilevanti modificazioni delle sollecitazioni trasmesse alle fondazioni;
aa) siano esclusi fenomeni di ribaltamento della costruzione per effetto delle azioni sismiche.
E’ necessario valutare l’indice di vulnerabilità (nel caso di analisi non lineare, pari al minimo dei rapporti fra capacità e domanda forniti dalle analisi pushover svolte) nelle condizioni ante-operam e quello nelle condizioni post-operam. La loro differenza percentuale indica l’effetto migliorativo dovuto agli interventi effettuati.
L’intonaco armato è costituto da una rete costituita da materiale resistente a trazione e un getto di calcestruzzo di completamento, oltre che da connessioni trasversali che collegano il rinforzo eseguito sulle due facce. La rete può essere costituita da tondini in acciaio o da materiali in fibra FRP, ma l’intervento è configurabile comunque come intonaco armato e ai fini della verifica l’effetto è simile. Il programma non prevede invece interventi di rinforzo con fogli in fibra FRP incollati sulle facce delle pareti.